Le auto autonome gestite da intelligenze artificiali possono diventare armi?

Smartphone, tablet, notebook, macchine ultra sofisticate e chi più ne ha più ne metta. E’ proprio questo il mondo con il quale l’uomo deve confrontarsi al giorno d’oggi.

Un mondo virtuale ed altamente tecnologico che l’uomo stesso si è creato per approfittare dei benefici offerti dallo sviluppo di nuove tecniche di comunicazione che collegano ogni giorno milioni di persone provenienti da ogni parte del mondo e distanti migliaia di chilometri le une dalle altre (e che, paradossalmente, sono capaci di creare muri insormontabili fra coloro che invece distano pochi metri l’uno dall’altro!).

 

Ma lo sviluppo della tecnologia e’ sempre un bene per l’essere umano?

Non si può certo dire che la modernizzazione e lo sviluppo di marchingegni sempre più innovativi e multifunzionali siano un male per l’essere umano: affermare ciò vorrebbe dire rinnegare l’intelligenza di uomini capaci di sviluppare le proprie idee e, chissà, realizzare i propri sogni. Ciò significherebbe, insomma, rinnegare quello per cui l’uomo si distingue dagli animali: la capacità di pensare, immaginare e decidere in modo razionale come plasmare il proprio futuro.

Ma siamo sicuri che la continua innovazione tecnologica sia un bene sempre e comunque?
Al contrario di ciò che molti pensano, la risposta è tutt’altro che scontata. E non solo perché la tecnologia porta l’essere umano in un tunnel dal quale sarebbe molto difficile uscire nel caso di catastrofi in questo settore, ma anche perché lo sviluppo di marchingegni sempre più sofisticati possono essere facilmente manipolabili.

Soprattutto negli ultimi anni, l’evoluzione tecnologica è arrivata persino a progettare macchine autonome guidate da intelligenze artificiali ed indipendenti dalle menti dei loro creatori. Uno scenario che farebbe pensare più ad un film di fantascienza che alla vita di tutti i giorni. Eppure, questo giorno è arrivato, e tocca alla nostra generazione viverlo. Dobbiamo rallegrarci o preoccuparci?
La risposta a questa domanda non può essere solo ottimistica, perchè se queste nuove tecnologie non vengono controllate in modo adeguato rischiano di diventare più forti delle stesse persone che le hanno create e potenziate.

 

Le macchine autonome che si trasformano in armi?

Un’ipotesi plausibile, ma solo se e’ l’uomo che lo vuole.
Le macchine guidate da intelligenze artificiali rappresentano ad oggi il culmine dell’evoluzione tecnologica e digitale. Ora, la domanda che potremmo porci a proposito di questo argomento è: sono esse uno strumento progettato per migliorare la vita dell’uomo o un ennesimo marchingegno con cui l’essere umano sarà capace di auto-distruggersi? I più ottimisti sostengono che, seppur autonome, queste macchine sono state programmate per fare del bene, per migliorare il benessere della popolazione mondiale e per rendere il pianeta Terra un luogo più sicuro e confortevole in cui crescere i propri figli.

Ma siamo sicuri che questo sviluppo smisurato della tecnologia non possa ritorcersi contro di noi? L’allarme di una possibile ritorsione delle macchine autonome era già stato lanciato dai guru della tecnologia, fra i quali possiamo citare gli altisonanti nomi di Bill Gates, Stephen Hawking o Elon Musk.
E nonostante le loro ipotesi di rivolta delle macchine e di riduzione in schiavitù dell’essere umano vengano considerate troppo estreme (per non dire fantascientifiche), una possibile ritorsione di tali apparecchi tecnologici contro l’uomo si può sempre verificare. Di certo, questa sorta di rivolta (se così vogliamo definirla) non partirebbe di certo dalle macchine, perché un’intelligenza artificiale, per quanto autonoma, mantiene sempre un legame con la mente umana che l’ha progettata.

Ciò nonostante, le macchine autonome con intelligenza artificiale sono spesso considerate una sorta di arma a doppio taglio, perché possono essere utilizzate sia per fare del bene, sia per fare del male. Proprio per questa ragione, l’intelligenza artificiale viene solitamente definita ambivalente.
Il problema principale di queste macchine, dunque, non risiede negli apparecchi in sè (come spiegava lo scienziato Gordon Briggs, l’idea che questi marchingegni possano ribellarsi in modo autonomo ai comandi dei loro ideatori e compiere da sole azioni dannose o pericolose è molto remota), ma piuttosto nell’uso che l’uomo ne fa.

 

L’hackeraggio dei sistemi di controllo

Come abbiamo specificato nelle righe precedenti, perché una macchina autonoma possa essere trasformata in un’arma letale contro l’umanità deve essere l’uomo stesso a permetterlo.

Ed è proprio qui che la questione si complica: se tutti gli uomini pensassero di agire per il bene della collettività, molto probabilmente l’ipotesi di trasformare un’intelligenza artificiale in qualcosa di pericoloso e capace di distruggere l’umanità non sarebbe mai stata avanzata. Purtroppo i fatti mostrano una realtà ben diversa rispetto a quella che tutti noi vorremmo, fatta di guerre, armi sofisticate e sempre più potenti. E’ risaputo che con il progredire delle nuove tecnologie aumentano anche le capacità degli hacker di ultima generazione, i quali stanno diventando sempre più abili nel penetrare all’interno di qualunque sistema di controllo o software protetto per manipolarlo a proprio piacimento (o, chissà, a piacimento di coloro che li assoldano a tal scopo).

Volendo fare un esempio, se il cervello elettronico delle self driving cars fosse hackerato da soggetti malintenzionati, basterebbe l’apporto di piccolissimi cambiamenti all’interno dell’intelligenza artificiale perchè quest’ultima non riconosca più i segnali di “stop” e metta in pericolo la vita delle persone.

E’ proprio la facilità di hackeraggio a dover preoccupare, perché se i sistemi di queste macchine fossero violati e cadessero sotto il controllo delle persone sbagliate, le conseguenze potrebbero rivelarsi a disastrose: per esempio, la manipolazione dei sistemi di guida di un’auto autonoma potrebbe essere un modo per commissionare stragi o omicidi di persone “illustri” senza lasciare traccia, con gravi conseguenze nella società. E ciò che dovrebbe farci riflettere ancor di più è il fatto che i casi di violazione e manipolazione di macchine guidate da intelligenze artificiali si sono già verificati in passato, mettendo spesse volte in pericolo i guidatori ed i passeggeri.
Pertanto, per scongiurare questi rischi, gli esperti della tecnologia dovranno sviluppare dei software che siano in grado di prevenire la manipolazione dei sistemi di controllo delle auto che verranno, per una sicurezza maggiore ed un mondo migliore.

 

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