Pro e contro auto elettriche: è arrivato il momento giusto? Il gioco vale la candela? Scopriamolo in questo post.
Se ne parla da tempo, ma soltanto recentemente sembra che finalmente si stia muovendo qualcosa di concreto nel panorama delle auto elettriche, come dimostrano le case automobilistiche, che stanno lanciando modelli sempre più nuovi e performanti, come la nuova BMW i3 o la Tesla.
Vuoi per ridurre le emissioni di anidride carbonica nell’atmosfera, vuoi per diminuire lo smog in città, la lenta conversione del parco macchine sembra che finalmente abbia trovato gli stimoli giusti per andare avanti con maggior determinazione.
Lo dobbiamo riconoscere: da quando gli scienziati di tutto il mondo ci hanno infatti informato e avvertito che dovevamo modificare radicalmente ed il prima possibile il modo di consumare, con particolare riferimento all’eccessivo impiego del petrolio e dei suoi derivati, fino ad oggi non abbiamo ancora dimostrato di essere capaci di rispettare queste indicazioni nonché i successivi solleciti.
La situazione, da quanto si apprende attraverso tutti i media, non sembra affatto risolversi spontaneamente, come forse più o meno inconsciamente vorremmo credere. Viviamo in un pianeta che sta sperimentando rapidi ed intensi cambiamenti climatici, in un intervallo di tempo troppo breve perché questi possano essere imputabili a cicli naturali della terra, i quali, normalmente, abbracciano archi temporali dell’ordine di migliaia di anni.
La quantità di anidride carbonica immessa nell’atmosfera dalle attività umane compiute negli ultimi soli 100 anni non ha precedenti nella storia dell’uomo e le conseguenze nefaste delle scelte compiute in passato, purtroppo, si stanno delineando sempre più chiaramente e con maggior frequenza, ovunque.
Le emissioni provenienti dai motori endotermici delle automobili si avvicina al 45% (www.gruppoacquistoauto.it/news/obiettivo-decarbonizzazione-del-settore-trasporti) di tutte le emissioni provenienti dal settore trasporti, il quale contribuisce per circa il 25% del totale delle emissioni di gas serra. Le automobili sono responsabili pertanto in maniera rilevante dei cambiamenti in atto e, che lo vogliamo oppure no, anche su di esse occorre intervenire urgentemente.
Uno degli interventi possibili, tornando al tema di apertura, è dunque attuabile mediante la conversione del parco macchine, attualmente dominato dalle auto a benzina e a diesel, in uno nuovo, nel quale il mezzo elettrico deve prevalere, insieme ad eventuali poche altre eccezioni rappresentate dal metano e GPL.
I sostenitori di questo ambizioso progetto vedono la sfida esclusivamente posizionata sul piano culturale e sociale, considerando nullo o comunque superabile ogni limite tecnico, poiché, di fatto, la tecnologia secondo loro è già matura e disponibile, occorre solo diffondere la volontà di impiegarla. I detrattori della soluzione elettrica sostengono invece che questa rivoluzione non è ancora possibile, in quanto il nostro Paese non possiede ancora le infrastrutture necessarie per portarla avanti con successo. Questi ultimi puntano il dito soprattutto sull’assenza di una adeguata rete di rifornimento elettrico su strada nonché sugli oggettivi limiti dell’apparato di batterie di cui ogni autoveicolo deve dotarsi per funzionare autonomamente.
Attorno al tema della batteria orbitano inoltre molti altri fattori sollevati generalmente a sfavore della necessaria rivoluzione elettrica delle automobili: oltre ad essere una tecnologia relativamente ancora poco evoluta, la batteria per auto presenta il limite principale di possedere una bassa densità energetica, in parte compensabile soltanto aumentando il numero delle unità di accumulo, ma spostando conseguente il problema sulla questione dell’ingombro e dell’aumento del peso complessivo. Inoltre, i tempi relativamente lunghi per effettuare una ricarica completa appaiono ancora difficilmente conciliabili con le abitudini dell’autista ordinario, abituato a sostare presso la pompa di servizio per il rifornimento a benzina o diesel solo alcuni minuti.
Nel settore dei motori elettrici per auto, invece, lo sviluppo tecnologico sta producendo veicoli sempre più compatti e funzionali, con prestazione confrontabili o addirittura superiori in alcuni casi con quelle del motore endotermico medio. Sempre più case automobilistiche estere stanno investendo ingenti capitali e risorse umane per individuare soluzioni tecniche sempre più raffinate ed efficaci, dimostrando di credere che l’attesa rivoluzione è, in realtà, già cominciata.
Ritornando sull’argomento dell’infrastruttura tecnologica necessaria per permettere alle auto elettriche di potersi ricaricare lungo i tragitti, dobbiamo rilevare che anche in questo ambito alcune ditte stanno cominciando a proporre soluzioni più o meno adeguate per rispondere alle varie esigenze della futura utenza automobilistica.
Sono infatti già una realtà di successo le pensiline ombreggianti per parcheggi dotate di pannelli fotovoltaici e impianto annesso per l’erogazione della corrente elettrica prodotta in loco durante le giornate soleggiate. Questo sistema presenta indubbiamente diversi vantaggi particolarmente interessanti in quelle località non raggiunte dalla rete ovvero nei siti dove è consuetudine che le automobili effettuino lunghe soste come, ad esempio, nei pressi di centri commerciali o di impianti sportivi. L’installazione di impianti fotovoltaici presso i parcheggi, oltre ad andare incontro alle necessità delle future automobili elettriche di massa, rappresenta un indubbio sistema di valorizzazione di taluni spazi urbani.
Il binomio auto elettrica – cella fotovoltaica può diventare ancora più virtuoso se si interpone fra essi un sistema di accumulo in loco in grado di assorbire l’energia elettrica del modulo fotovoltaico quando non è impiegato per ricaricare un’automobile. Questo sistema permetterebbe inoltre di poter utilizzare le stazioni di ricarica dotate di impianti fotovoltaici e batterie anche durante la notte, sfruttando l’energia prodotta e immagazzinata durante il giorno.
Per mezzo di una eventuale infrastruttura di rete, peraltro quasi sempre presente nei contesti densamente urbanizzati come i nostri, gli accumulatori possono essere centralizzati in pochi siti di stoccaggio dell’energia elettrica, ottimizzando ulteriormente la gestione dell’intero sistema.