Nuovi criteri ambientali per l’illuminazione pubblica

Pochi mesi fa il Ministro italiano dell’Ambiente ha firmato il decreto che aggiorna i CAM, i Criteri Minimi Ambientali. Si tratta di normative che regolano l’efficienza energetica delle installazioni che riguardano l’illuminazione pubblica, inserite all’interno del Piano d’azione per la sostenibilità ambientale dei consumi della Pubblica Amministrazione, PAN GPP.

 

Il decreto è estremamente rilevante, sia per le Amministrazioni Pubbliche che per gli addetti ai lavori, che da oggi dovranno impegnarsi per rientrare dei nuovi criteri ambientali relativi all’illuminazione pubblica. Queste norme stabiliscono le caratteristiche tecniche delle sorgenti luminose, le modalità di acquisto e regolano le disposizioni per l’affidamento dei servizi di progettazione e mantenimento degli impianti dell’illuminazione pubblica.

 

Gli obiettivi dei nuovi Criteri Minimi Ambientali

Secondo quanto riportato dal Governo, i nuovi CAM hanno come obiettivo tre punti specifici:

  • migliorare l’efficienza energetica della pubblica illuminazione
  • aumentare la durata delle nuove installazioni
  • ridurre il tasso di guasti e rotture dei punti illuminanti

L’obiettivo principale è chiaro: migliorare l’efficienza energetica delle installazioni pubbliche, cercando allo stesso tempo di ridurne i costi relativi alla manutenzione e alle riparazioni. In particolare quest’ultimi due aspetti sono indicati come prioritari dallo stesso Ministero, infatti lo Stato deve far i conti con la scarsità di risorse economiche da parte della maggior parte delle Amministrazioni Pubbliche, ma allo tempo garantire un servizio di qualità ai cittadini.

Sempre secondo quanto affermato dal Ministero dell’Ambiente, gli interventi più urgenti riguarderanno la sostituzione dei vecchi impianti di illuminazione pubblica, dove si calcola che esista ancora uno spreco di energia elettrica stimato in oltre il 30% del consumo totale relativo all’illuminazione. In Italia circa un impianto su tre è ancora obsoleto, con una durata media di appena 20 anni, ben al di sotto di quella offerta dalle nuove installazioni in grado di assicurare una vita media fino a 3 volte superiore.

Visto che il costo per l’illuminazione pubblica pesa sul bilancio degli enti locali per circa il 20% del totale delle spese, si evince come sia necessario riuscire a risparmiare su questa voce. Infatti è stato stimato che i nuovi interventi potranno portare fino a 500 milioni di euro di risparmi all’anno, permettendo alle Amministrazioni di destinare parte di queste risorse alla spesa sociale.

Inoltre tra gli obiettivi dei nuovi Criteri Ambientali Minimi ci sono anche la riduzione delle emissioni di gas serra, l’abbassamento della domanda energetica pubblica, il miglioramento della qualità del servizio e l’installazione di nuovi impianti dove ancora non siano presenti, oppure non sufficientemente implementati con il resto della rete d’illuminazione pubblica.

 

Le caratteristiche generali dei nuovi CAM

Vediamo nello specifico cosa è stato modificato nei nuovi CAM e quali sono le disposizioni attuali in materia di illuminazione pubblica.

Innanzitutto, per quanto riguarda le sorgenti luminose, il decreto non interessa alcune installazioni pubbliche tra cui gallerie, parcheggi privati, campi sportivi, aree private come centri commerciali e impianti industriali e l’illuminazione artistica, ovvero quella relativa a musei e monumenti.

Le nuove installazioni di sorgenti luminose dovranno utilizzare esclusivamente:

  • moduli a LED
  • lampade a scarica ad alta intensità
  • sorgenti luminose a ridotto impatto ambientale

All’interno dei nuovi CAM sono presenti tutte le specifiche tecniche obbligatorie per le sorgenti luminose, suddivise in base alla tipologia, alla potenza nominale della lampada o del modulo a LED. Per esempio le lampade al sodio ad alta pressione, con una potenza nominale compresa tra 45 e 55W e un indice di resa cromatica inferiore a 60, dovranno assicurare un coefficiente di efficienza luminosa superiore a 80lm/W per le lampade chiare, mentre per le lampade opali dovrà essere superiore a 70lm/W.

Altrettanto importanti sono i fattori di sopravvivenza delle installazioni di sorgenti luminose, che dovranno essere specificati e rispondere ai nuovi criteri tecnici richiesti dalle norme dei CAM. Ad esempio, per le lampade agli alogenuri metallici e quelle al sodio ad alta pressione, dovranno avere un fattore di sopravvivenza superiore a 80 per ogni 12.000 ore di funzionamento.

Infine sono state modificate le specifiche tecniche degli apparecchi per l’illuminazione stradale. Secondo le nuove norme dovranno rispettare i seguenti valori minimi:

  • IP vano ottico 65
  • IP vano cablaggi 55
  • categoria d’intensità luminosa superiore a G2
  • resistenza agli urti IK06
  • resistenza alle sovratensioni 4kV

Nel decreto sono specificate le caratteristiche tecniche minime previste per ogni installazione pubblica, a seconda se si tratti di grandi aree e rotatorie, aree pedonali e piste ciclabili, aree verdi oppure di centri storici. La prestazione energetica seguirà i valori indicati secondo l’indice IPEA, in riferimento alla classificazione energetica degli apparecchi, A, A+, A++ e An+.

 

Regole per gli appalti

All’interno dei nuovi criteri ambientali per l’illuminazione pubblica sono state modificate le normative che regolano gli appalti, sia per quanto riguarda la fornitura che l’installazione di impianti e di sorgenti luminose. I partecipanti alle gare d’appalto dovranno garantire la qualificazione del personale addetto alle installazioni, attraverso la presentazione di attestazioni e certificazioni valide, per assicurare un lavoro realizzato a regola d’arte secondo quanto richiesto dalla difficoltà tecnica delle installazioni.

Nei CAM viene stabilito anche che i fornitori che garantiscono una garanzia totale o parziale sui propri prodotti, saranno oggetto di preferenza nell’aggiudicazione degli appalti pubblici da parte delle Amministrazioni Pubbliche e degli enti locali. In particolare verranno assegnati dei punti premianti alle aziende, purché forniscano una garanzia di un tasso di guasto inferiore al 12% per ogni 50.000 ore di funzionamento.

Alcune punti riveduti riguardano invece la gestione dei rifiuti elettrici ed elettronici. È stato stabilito che i fornitori dovranno garantire la raccolta, il trasporto e il trattamento in discarica delle sorgenti luminose, affidandosi esclusivamente a discariche autorizzate al trattamento di questo tipo di materiali, ovvero quelli classificati come RAEE, in accordo con gli art. 13 e 24 del Decreto legislativo n.49 del 14 marzo 2014.

 

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