Costo energia elettrica: quali voci incidono sulle bollette

I costi dell’energia elettrica vengono determinati considerando alcune variabili.
Entrando nel dettaglio della questione, si parla di tre specifici componenti, che ora elenchiamo molto brevemente, per approfondire in seguito:

  1. per prima cosa, è importante tenere conto dei servizi relativi alla fase di vendita che, in buona sostanza, sono quelli che determinano il fattore variabile;
  2. proseguendo, si chiamo in causa anche i servizi espressamente riferiti alla rete, i quali vengono stabiliti sulla base di una tariffa standard, predeterminata dall’Autorità per il gas e l’energia elettrica;
  3. infine, non possono mancare tutte le tasse ed altre tipologie di imposte, relative alla fattispecie in esame.

Fatta questa breve premessa, passiamo ad analizzare punto per punto i tre elementi che abbiamo appena elencato, preoccupandoci di evidenziarne le principali caratteristiche ed anche i livelli di incisività.

1. I servizi di vendita

Cominciando a parlare dei servizi relativi alla vendita, possiamo senza dubbio affermare come questi rappresentino la principale fonte di costo qualora ragionassimo in termini quantitativi. Ad esempio, prendendo in considerazione alcuni dati statistici, possiamo affermare come tale componente (in media) vada a pesare per una percentuale pari a circa il 57%: stiamo parlando di una somma che si aggira attorno ai 290 euro all’anno di media.
Entrando maggiormente nel dettaglio, bisogna precisare come in questa categoria rientrino tutte le voci inerenti al prezzo delle attività e del servizio in sé: tra queste, possiamo annoverare il prezzo dell’energia, che fa diretto riferimento al lavoro tramite il quale, concretamente, viene prodotta elettricità. Continuando in questa disamina, andrebbe considerato anche il cosiddetto prezzo del dispacciamento, con il quale viene fatto richiamo a tutte quelle attività svolte con la finalità di mantenere un sostanziale equilibrio della rete elettrica e, oltre a questo, indirizzate anche al bilanciamento di offerta e domanda. Infine, occorre prendere in esame il prezzo della commercializzazione, vale a dire tutti i servizi di carattere commerciale ed amministrativo che vengono rivolti al cliente, in merito alla fornitura di energia elettrica: tra questi, troviamo chiaramente tutte le attività di vendita, cioè quelle voci che rappresentano nel complesso la sezione variabile della bolletta; in buona sostanza, si sta discutendo in merito alla zona esclusiva all’interno della quale gli operatori possono intervenire e dire la loro circa le offerte poiché saranno in seguito proposte ai consumatori.

2. I servizi di rete

Venendo ora ai servizi che si focalizzano in principal modo sulla rete, parliamo della seconda componente che abbiamo elencato ad inizio articolo. Si tratta di operazioni tramite le quali viene veicolata l’elettricità sulle reti, a livello nazionale ed anche locale, così da fare in modo che quest’ultima arrivi direttamente al contatore. La remunerazione circa quello che vi abbiamo appena descritto viene stabilita uniformemente dall’Autorità e, volendo parlare espressamente di percentuali, possiamo sottolineare il fatto che tali costi vadano ad incidere relativamente sulla bolletta, per una quota che si avvicina alla soglia del 14% (più o meno 70 euro all’anno). Ad essa, vanno poi aggiunti tutti quegli oneri generali di sistema, che sono stati resi obbligatori per legge e rappresentano all’incirca il 17% del totale (più di 80 euro all’anno). Entrando maggiormente nel specifico di quanto detto, le voci considerate sono elencabili in questa maniera: incentivi alle rinnovabili, promozione dell’efficienza energetica, messa in sicurezza del nucleare e sussidio alle Ferrovie dello Stato.

3. Imposte sull’energia

Infine, passando ora al terzo punto da analizzare, troviamo tutte le altre imposte, che vanno a comprendere l’accisa e l’IVA. Parlando di numeri, stiamo chiamando in causa una quota pari a circa il 14% della cifra totale (ossia, più o meno 70 euro all’anno). Permesso questo, bisogna fare delle importanti precisazioni: per i primi 150 kWh consumati nel mese (nel caso in cui si stesse parlando della prima casa), le famiglie non pagano alcun tipo di accisa.

Invece, qualora i consumi mensili dovessero aumentare e superare la soglia dei 220 kWh, non si avrà più diritto a questo tipo di vantaggio e si andrà incontro ad uno sconto che, volta per volta, si ridurrà in misura sempre maggiore. Come ultima cosa, ricordiamo che l‘IVA per i consumi posti in essere dalle famiglie è pari al 10% e va applicata ad ogni componente (comprese anche le accise).

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